LIBRI DA MASTICARE – Rubrica a cura di Antonello Saiz (libraio e blogger)

Il silenzio della neve

Con l’autunno partiamo da un racconto dal titolo “Denti ” contenuto in una raccolta di uno scrittore lucano, Rocco Brindisi, intitolata “Il silenzio della neve” . Il libro viene pubblicato da Quiritta pubblica nel 2002 a cui fa seguito nel 2004 “Elena guarda il mare”, quest’ultimo selezionato al “Premio Strega” . Rocco Brindisi è nato e vive a Potenza , da genitori contadini, ha lavorato nella scuola, dove ha tenuto laboratori di linguaggio e di lettura ai bambini e ai ragazzi delle materne, delle elementari e delle medie. Dopo lunghi anni di nascosta quanto accurata elaborazione poetica (scrive versi dal 1973), Brindisi viene pubblicato dalla Einaudi, nel 1984, in “Nuovi poeti italiani” (n. 3), a cura di Walter Siti.Diversi suoi racconti sono stati pubblicati su “Il Manifesto”, “Linea d’ombra”, “Nuovi Argomenti”, “Paragone”, “Freibeuter” (Wagenbach) e su altre riviste letterarie. Pubblica due raccolte di poesie in dialetto lucano: nel 1986 “Rosa du pruatorie” (Rosa del Purgatorio) , con cui ha vinto il premio nazionale di poesia dialettale “Edoardo Firpo”, e nel 1990 “Carienn li nir da li ccagg” (Cadevano i nidi dalle acacie) Nel 1992 passa alla narrativa con: una raccolta di racconti, “Racconti liturgici” (Sestante); una rielaborazione in dialetto del “Woyzeck” di Büchner; tre racconti, inseriti nel volume curato da Gianni Celati “Narratori delle riserve” (Feltrinelli). Nel 2001 è stato inserito da Enzo Siciliano nella raccolta Mondadori “Il racconto italiano del Novecento” (collana «Meridiani»), con il racconto “La pietra”, un testo sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Mi piace ricordare un passaggio di uno scritto di Rocco Brindisi in cui cita la mia Tramutola raccontando di Gianni Celati : “Quella notte dormì in albergo. Venne a casa presto, facemmo colazione con i biscotti di Maria nel caffelatte. Poi, in macchina, verso il Volturino. A Marsicovetere, una bottega, il pane. Ma quando arrivammo a Tramutola erano le 2, il paese era deserto. Bussai a una casa a pianterreno e una donna sui quarant’anni mi diede un mezzo bicchiere di olio e un po’ di sale. Ci prestò un coltello per tagliare il pane. Quando mi girai, vidi Gianni guardare la donna come si guarda un racconto benevolo o il proprio sonno. Fui io a spartire il pane, a sfregare i pomodori, a versare l’olio. Pranzammo davanti a una antica fontana, sui gradini di una casa disabitata. Poi Gianni si allontanò e io mi appisolai col rumore del ruscello che scorreva accanto alla vasca dove andavano a lavare i panni. Quando mi risvegliai, cercai Gianni e lo trovai non lontano, seduto per terra, con il quadernetto aperto.Tornando a casa, là sulle montagne c’incantammo a guardare una ragazza che ci passò un po’ più sopra la testa col suo parapendio”. Ne “Il silenzio della neve ” sono contenute tante storie di desideri indicibili quelle contenute in questa raccolta di racconti : il vecchio che chiede al figlio di circondarlo di confetti, quando morirà, come si faceva un tempo con i bambini. Storie di tradimenti, dove l’uomo o la donna traditi si perdono in uno sgomento che non conosce amarezza, come in un nevicare lento dell’infanzia. Racconti di risate, tuoni, dolci clownerie, commozioni nei letti dell’amore; storie di canzoni ballate con i figli; film e libri che salvano dal risentimento. Racconti dove i gesti, gli oggetti, e quello che chiamiamo paesaggio sembrano sospesi in una inquietante, struggente esitazione.